Il Giovedì Santo
l'intensità dei riti sembra crescere di ora in ora. Nelle vie del centro il
parroco si aggira di casa in casa, dove ferve la preparazione dei tipici dolci
pasquali (pastiera - casatiello - pigna). Nelle strade, intanto, mentre
nelle case si respira il profumo dei dolci o del pane preparato in forme diverse
sempre variamente arricchite con le uova, i giovani dei vari quartieri si
affrettano ad andare nei campi a raccogliere fascine, vecchie botti, carcasse di
legno, che serviranno all'allestimento dei "Caracciuni" e "Fuocaracci"
e che si accenderanno al passaggio dei Misteri. Nel Duomo, intanto, il Capitolo
Diocesano ed il Clero, dopo la Messa degli Olii della mattina, nel pomeriggio
tengono la solenne Messa in Cena Domini. La sera, anche a Sessa, come in molti
centri del Mezzogiorno, è d'uso la visita ai "Sepolcri" allestiti
nelle varie Chiese. Interi gruppi familiari si riuniscono in questo giro e si
può incontrare la famiglia amica tornata per la Pasqua, con la quale parlare
degli eventi dell'anno trascorso, per poi rituffarsi in un altro Sepolcro.
Secondo l'antica tradizione la serata si concludeva con una cena, in casa di
amici che per l'occasione ospitavano quelli venuti da fuori, nella quale si
degustava l'agnello pasquale.
Testo tratto da P. Perrotta, La
Settimana Santa a Sessa Aurunca, Ferrara, 1986