Ogni Venerdì di Marzo, durante la funzione per la esposizione dei Misteri, nella
Chiesa di S. Giovanni a Villa, più tardi, nella notte, lungo le strade deserte
del centro storico, infine il Venerdì Santo durante lo snodarsi della
Processione dei Misteri, un canto struggente e drammatico, affascinante e
misterioso, fa da arcaico richiamo alla preghiera ed alla penitenza. E' il
"Canto del Miserere", una composizione musicale e polifonica di tradizione
orale, eseguita a tre voci, sui versi del Salmo 50 di Davide. I cantori,
stringendosi l'un l'altro ed affiancando le teste, danno vita ad un dolce suono come di organo,
che coinvolge chiunque lo ascolti perché il suo lamento, che richiama nenie
arabe o andaluse, commuove con la forte carica di emotività e mette nell'animo
una vaga inquietudine ed un rapimento che trascina lontano dalla realtà.
L'effetto è assai suggestivo perché le voci sembrano prima fondersi in una sola
per poi dividersi in tre e quindi rimescolarsi per diventare nuovamente forti e
possenti. Per arrivare ad una tale perfezione esecutiva si richiede ai tre
esecutori un affiatamento eccezionale, una preparazione ed una maturazione che
si affina in anni di studio dedicato all'impostazione del tono, alla modulazione
ed alla dominanza della interpretazione. Il Miserere è stato oggetto di studio
da parte di noti etnomusicologi. Tra questi, Roberto De Simone, nel suo volume
"Canti e tradizioni popolari in Campania", scrive: "Dal punto di vista storico
musicale ed etnomusicologo, questo Miserere pone una serie di interrogativi sui
rapporti tra musica d'arte e musica popolare. Infatti è qui particolarmente
interessante l'uso continuo dei ritardi armonici, il che mette in luce una
pratica popolare che sembrerebbe senz'altro partita in tal modo dal basso ed
avere influenzato l'arte musicale. D'altra parte le brevi cadenze modulanti
sembrerebbero essere di origine colta ed entrate poi nell'uso popolare di tale
musica religiosa. Eppure poi il tutto, nei movimenti melodici delle voci, viene
condotto con uno stile che comprende passaggi con quarti di tono, effetti di
suoni strisciati, attacchi e conclusioni particolari: e ciò non è sicuramente di
derivazione belcantistica, né risente della storica scuola musicale. L'armonia
infine sembrerebbe far capo a semplici strutture di villanelle cinquecentesche,
sebbene l'uso parallelo di accordi in secondo rivolto (quarta e sesta) non è
riscontrabile in nessun documento scritto pervenutoci. A meno che tale pratica
non si riferisca al movimento parallelo di accordi in quinte consecutive
(sebbene in rivolto), che allo stile della villanella popolareggiante si
riferiscono, ma che in tal modo non ci sono mai pervenute dalla cultura musicale
scritta. Insomma, è questo un pezzo che apre degli orizzonti all'indagine sullo
stile armonico popolare e sulla storia della musica nei suoi rapporti con la
musica popolare". Il Miserere viene tramandato con religiosità dal trio
ufficiale (trio più anziano ed affiatato) ad altri che abbiano le stesse
caratteristiche tonali, con molta cura e parsimonia. Il Trio ufficiale è
attualmente composto da: Antonio Aurola (voce alta - Prima voce), Vincenzo Ago
(voce media - Seconda voce) ed Emilio Galletta (voce bassa - Terza voce). Il
canto del Miserere è stato eseguito alle manifestazioni dell'Autunno musicale di
Como, a Napoli, Sagnino, Cantù, Carpenedo di Mestre, Chioggia, Venezia, Caserta,
Crema, Castelsardo, Roma, Gubbio, Assisi, Todi, Viterbo, Terni, Perugia, Milano,
Zagabria (Croazia), Lucca, Foligno e Rieti.
Testo tratto da
V. Ago, Arciconfraternita del SS. Crocifisso e Monte dei Morti
in Sessa Aurunca - depliant, Marina di Minturno (Lt), 1999
R. De Simone, Canti e tradizioni popolari in Campania, Roma, 1979
P. Perrotta, La Settimana Santa a Sessa Aurunca, Ferrara, 1986
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