Apre i riti della
Settimana Santa questo giorno di grande letizia, che quasi per contrasto
introduce il misticismo proprio dei giorni seguenti.
La Palma è da sempre considerata nel mondo cristiano simbolo di pace e di
fratellanza e tale è anche per la gente di Sessa che ne avverte tutto simbolismo
profondo.
Di buona mattina le chiese sono affollate di fedeli che vanno a rifornirsi dei
ramoscelli di olivo benedetto, che dispenseranno poi ad amici, parenti e anche a
qualcuno con il quale intendono riappacificarsi: "Teccote la
palma e facimmo pace. Sono li Turchi e pure fanno pace!".
Il ramo di olivo benedetto sarà custodito per otto giorni dal capo della
famiglia fino al giorno della Pasqua di Resurrezione, quando al momento del
pranzo egli benedirà i componenti del nucleo familiare con l'acqua santa che si
sarà procurato personalmente dal Parroco.
La fertile fantasia dei nostri contadini agghindava e rielaborava artisticamente
il semplice ramo d'olivo: le foglie potevano essere arricciate, arricchite di
nastrini lucenti o impreziosite con confetti disposti a mo' di petali.
Questa variante preziosa del simbolico ramoscello era riservata a persone di
riguardo, costituiva il regalo dei fidanzati alle promesse spose e veniva poi
gelosamente custodita sotto le campane (scaravattoli) di vetro insieme ai
Santi.
La palma è segno di pace e di riconciliazione, ma per una civiltà contadina è
anche elemento propiziatore dei raccolti.
Per un fecondo raccolto i nostri contadini erano soliti piantare, nel giorno
della domenica delle Palme, un arbusto di olivo benedetto; al momento della
mietitura il fortunato che s'imbatteva nella palma ormai secca, interrompendo il
lavoro, levava al cielo l'arbusto gridando "la palma, la palma" e otteneva un
premio riconsegnandola al padrone del campo.
Assai radicata è a Sessa Aurunca l'usanza di portare la palma sulla tomba dei
defunti; in tal modo si vuole rinsaldare un rapporto di fedeltà, di pace, di
fraternità ma soprattutto di amore e di affetto quasi a voler sconfiggere la
realtà della morte, rendendo partecipe il defunto agli usi dei vivi.
La Domenica delle Palme è dunque giorno di festa: si respira l'aria della Pasqua
imminente che dovrà essere guadagnata attraverso la sofferenza della Settimana
Santa e perciò in questo giorno, nell'auspicio di una vita di pace, i fidanzati
si scambiavano le promesse d'amore.
Un tempo, infatti, si aspettava questa
precisa data per chiedere la mano della donna del cuore ai genitori, per poi
rendere pubblico il fidanzamento durante l'uscita per lo "struscio".
Testo tratto da P. Perrotta, La
Settimana Santa a Sessa Aurunca, Ferrara, 1986