Il Mercoledì Santo, ritiratasi l'Arciconfraternita della
Vergine del Rosario, già si prepara un altro rito assai suggestivo che si svolge
nella Chiesa dei Frati Minori a San Giovanni a Villa: l'Ufficio delle Tenebre (Mattutinum
Tenebrarum) detto popolarmente il "Terremoto".
Questo brano liturgico apparteneva un tempo ai Mattutina Tenebrarum, a quel
tessuto di riti e di preghiere che riempiva di poesia e di passione la Settimana
Santa. Nel terremoto, il popolo sessano ritrova una specifica e quasi personale
rappresentazione dello sconvolgimento degli uomini e delle cose dinanzi al
Figlio di Dio che piange e muore.
La funzione si articola su vari testi sacri, tra cui le Lamentazioni di Geremia, i Trattati di Sant'Agostino
e le Epistole di San Paolo, e su diversi sermoni letti e cantati, tutti rigorosamente in
latino, con l'accompagnamento dell'harmonium, da vari lettori e cantori che si
tramandano di generazione in generazione questo privilegio.
Al rito partecipano i confratelli del SS. Crocifisso che vestiti dell'abito
confraternale siedono in fila ai lati dell'altare. Tutto, durante la funzione, è
scandito dalla tradizione secolare che caratterizza questo rito; un tono di
ulteriore arcaicità è conferito dal suono dell'harmonium e dalla presenza di un
antico leggio illuminato da due candele.
Nel presbiterio, di fronte all'altare, viene collocata la "Saetta", un grande candeliere a forma
triangolare (da cui il nome saetta per la forma a freccia), sul quale ardono
quindici candele.
Dopo ogni cantico o salmo si spegne successivamente una candela, lasciando
accesa alla fine soltanto quella centrale
posta alla sommità del candeliere (sul
vertice). Alla fine della funzione si eseguono il Miserere (una volta cantato ed una volta recitato) ed il Benedictus (Canto di Zaccaria) cantato.
Man
mano che si procede nel corso della manifestazione la chiesa viene
progressivamente oscurata; rimane la sola luce della candela succitata che viene
presa dal cerimoniere e tenuta accanto all'altare per tutto il tempo in cui si
canta l'antifona del Benedictus. Dopo il Benedictus,
mentre i confratelli recitano il Miserere, il cerimoniere si allontana
nascondendo dietro l'altare il solo cero ancora acceso.
La Chiesa resta così completamente buia finché, recitato nuovamente il Miserere
con l'Oremus relativo, segue un fragore che viene effettuato dai partecipanti e
che ricorda la reazione della natura alla morte del Figlio di Dio. Il
"terremoto" termina quando la candela nascosta dietro l'altare riappare, per
annunziare con la sua luce sempre viva che l'Ufficio delle Tenebre è terminato.
Qual è il significato di questo rito misterioso? Siamo nei giorni in cui la
gloria di Cristo è eclissata sotto le ignominie della Passione. Giuda lo
tradisce, gli Apostoli lo abbandonano, Pietro lo rinnega; questa defezione
generale è simboleggiata dalle candele che a mano a mano si spengono. Tuttavia
la luce misconosciuta di Cristo rimane, per brillare qualche tempo ancora presso
l'altare, come Gesù Cristo sul Calvario. Per esprimere la sepoltura di Cristo,
l'ultima candela della Saetta rimane un po' nascosta dietro l'altare, mentre un
rumore confuso si ripercuote nella Chiesa, divenuta oscura. Sono le convulsioni
della natura che ha raccolto l'ultimo respiro della Vittima, i terremoti, le
rocce che si spaccano, i sepolcri che si aprono.
Testo tratto da
P. Perrotta, La Settimana Santa a Sessa Aurunca, Ferrara, 1986
V. Ago, Ufficio delle Tenebre - Arciconfraternita del SS. Crocifisso e Monte dei Morti di Sessa Aurunca, Marina di Minturno (Lt), 1987
Per ascoltare la Lamentazione di Geremia, i Canti del Miserere e del Benedictus
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