La Chiesa del SS. Rifugio è così denominata per essere divenuta sede nel 1760 dell'omonima congrega che aveva visto approvate due anni prima le sue Regole da re Ferdinando IV.
La sua iniziale dedicazione era, però, a San Matteo, già parrocchiale e poi soppressa, ricordata dagli storici municipali.
L'attuale assetto architettonico della chiesa non consente di stabilirne la sua primitiva fisionomia; tuttavia documento della sua antichità sono un lacerto di un affresco del XIII secolo, presente sulla parete laterale esterna settentrionale, e la sua citazione come
"ecclesia" nella Raccolta delle decime del 1308-10 e 1326.
Nelle strutture perimetrali appaiono murati anche elementi di spoglio di età romana, tra cui una lastra in calcare frammentaria, con l'iscrizione che ricorda la realizzazione nel 112 d.C. di una strada a spese dell'imperatore Adriano.
La facciata presenta la configurazione tardo-settecentesca della ristrutturazione del 1760: un ordine di lesene ioniche e, sormontato da un timpano triangolare spezzato, il portale e il finestrone.
L'interno, ad aula, con acquasantiere ai lati dell'ingresso, è scandito da un ordine ionico di paraste, con volte a botte lunettata.
Alla parete destra dell'ingresso è la Madonna con il Bambino tra i SS. Antonio e Agostino, dipinto su tele (1758), con il passo ritratto del committente, Antonio Frezza.
Sugli altari di destra e di sinistra sono due tele di Giuseppe de Pascale, datate 1804.
In quella di destra è raffigurato S. Vincenzo Ferreri evangelizzatore; e in quella di sinistra la
Vergine del Carmelo tra le anime purganti.
Le opere furono entrambe commissionate all'artista dalla signora Beatrice Rossolillo.
Nel registro superiore della parete destra una nicchia contiene il gruppo scultoreo dell'Arcangelo Raffaele e Tobiolo, degli inizi del XVIII secolo.
In una custodia, ricavata sul lato sinistro del muro, si conserva la statua lignea della
Pietà del XVIII secolo, opera di anonimo scultore.
Il presbiterio, rettangolare, coperto da volta a botte lunettata, è separato dall'aula di culto da un cancelletto in ferro.
Sull'altare maggiore, in marmi policromi di stile tardo-barocco, è dipinto su tela una
Madonna con Bambino tra angeli e un vescovo.
Ai lati del presbiterio compaiono due cantorie lignee. [A.M.V.]
Testo tratto da A. M. Villucci & A. M.
Romano, Sessa Aurunca - un itinerario storico-artistico, Marina di Minturno (Lt), 1998